Fotografare oltre l'apparenza
- ROBERTA CIMADORO
- 27 giu
- Tempo di lettura: 1 min

Andare oltre l’apparenza è, per me, uno degli atti più sinceri e profondi che un fotografo possa fare. Non mi interessa tanto immortalare ciò che una persona vuole mostrare di sé in quel momento. Perché è lì, in quell’invisibile, che nasce la fotografia vera.
Fotografare, per me, è un atto di grande responsabilità e come scrive Susan Sontag "è un'atto di conoscenza" Non è solo un clic, non è solo un’immagine. Cerco sempre di raccontare nel modo più autentico possibile, con rispetto, con consapevolezza. Ogni mia scelta, anche il silenzio che a volte precede uno scatto, fa parte della narrazione.
Per me, fotografare è un gesto profondamente intimo. Quando fotografo una persona, sento di essere in una sfera intima e per questo entro delicatamente, in punta di piedi. Ogni essere umano è un mondo a sé, con la sua storia, la sua sensibilità, con i suoi perché, e poterci entrare, anche solo per un attimo, è un privilegio.
Il dialogo è la chiave che mi permette di entrare in empatia. Prima di fotografare una persona mi siedo, parlo, ascolto, così che l’altra persona possa fare lo stesso. La fotografia più autentica, che rispecchia davvero la persona esce spesso nei momenti più inaspettati, quando l’altro si dimentica della macchina fotografica e si sente davvero visto.
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